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Le “nuove” proposte dei 5 stelle per la Sicilia: Sanatorie e Assistenzialismo!

Della lunga intervista a Luigi Di Maio pubblicata su “la Repubblica” del 13 agosto credo che, più degli altri, ci siano due punti sui quali varrebbe la pena concentrarsi nel cumulo di sciocchezze dichiarate. Due punti molto particolari perché si tratta di interventi davvero gravi nella mia Regione, la Sicilia.

Ho già esposto, in una precedente riflessione, la mia personale critica ai diversi pesi e misure che i pentastellati immaginano allorché le violazioni del diritto interessano i loro rappresentanti - e lì c’è sempre un motivo giustificante - rispetto a quando interessano tutti gli altri - e allora lì scatta immediata la persecuzione. Giancarlo Cancelleri, il candidato governatore della Sicilia del MoViMento ha voluto fare distinzione tra l’abusivismo di necessità da quello speculativo. Di Maio (a sostegno di Cancelleri) dichiara nell’intervista «Se un giudice dice che un immobile va abbattuto, si fa. Ma non possiamo voltare le spalle a chi ha una casa abusiva perché́ la politica non ha fatto il suo dovere» e, subito dopo, dichiara che «Crediamo che dopo anni di malgoverno le cose possano cambiare puntando su innovazione e introducendo misure come il reddito di cittadinanza. Vogliamo che diventi la prima regione ad adottarlo».

Sulla prima dichiarazione ci sarebbero moltissime cose da dire ma mi limiterò a fare notare a Di Maio che – lo leggiamo nelle aule di Tribunale – “la legge è uguale per tutti” e questo dovrebbe essere un concetto a lui caro, così come dovrebbe esserlo per tutti i cittadini. Non possiamo immaginare deroghe alle norme o ai divieti basate su un presunto o reale stato di necessità che, tutt’al più può essere una attenuante, ma di sicuro mai una giustificazione: non esiste, infatti, una rapina o un omicidio che possano essere giustificati dallo stato di necessità e non esiste l’abusivismo edilizio giustificato da simili argomentazioni. La verità, caro on. Di Maio e cari grillini tutti (o grulloni?) è che 1) il sindaco pentastellato di Bagheria ha emanato una direttiva “ad personam” in quanto direttamente coinvolto nell’abusivismo edilizio e 2) a Licata i consiglieri che hanno sfiduciato il sindaco che ha dato esecutività alle sentenze della magistratura lo hanno fatto ben sapendo che nemmeno lì c’erano situazioni dettate dalla necessità di costruire abusivamente la casa al mare che, magari, nei periodi estivi, si affitta a mille euro la settimana. Pertanto, caro on. Di Maio, ciò che è proposto in campagna elettorale dal suo candidato governatore ha una definizione esatta che per anni le persone oneste (quelle davvero oneste, però) hanno combattuto e si chiama “sanatoria”. Ebbene, abbia, l’on. Di Maio il coraggio di chiamare le cose con il loro nome; abbia il coraggio di dire che, in Sicilia, promette una nuova “sanatoria” edilizia e spieghi ai suoi elettori, anche a quelli più intransigenti, dove sta la linea di demarcazione tra il M5s e Berlusconi.

L’altra aberrazione è il “reddito di cittadinanza”. Proposto in una regione con una disoccupazione (vera o presunta che sia) storica è da una parte una sorta di “voto di scambio” rivolto alla povera gente della mia terra (suona così, più o meno: “tu dammi il voto che io in compenso mantengo te e la tua famiglia”) e dall’altra l’incentivo (un altro!) a sonnecchiare ancora per qualche anno. La proposta del reddito di cittadinanza l’ho sempre criticata per la sua inapplicabilità materiale e per la sua immoralità strutturale giacché non riesco a immaginare un Stato che mantenga (per quanto tempo? a quale costo per la collettività?) – se non in condizioni eccezionali – i propri cittadini; ma non perché non lo meritino, al contrario: ritengo sia giusto dare opportunità di lavoro e non meri sussidi a chi ha necessità di lavorare per potere mantenere sé stesso e la propria famiglia.

Vede, on. Di Maio, la Sicilia è una terra meravigliosa che per anni è stata tenuta sotto il tacco del potere proprio dalle sanatorie e dall’assistenzialismo e lei, nella sua illuminata visione programmatica di governo della mia regione non riesce a immaginare niente di più e niente di meglio che la riproposizione delle stesse obsolete soluzioni? La Sicilia ha bisogno di qualcos’altro, caro il mio vice-presidente; ha bisogno di interventi strutturali nel territorio quali l’alta velocità almeno tra le grandi metropoli dell’isola che si potrebbe realizzare con un anello ferroviario moderno (la informo che Palermo e Catania sono – vado a memoria e mi scuso in anticipo per eventuali imprecisioni – la sesta e la settima metropoli d’Italia; lo sapeva?); ha bisogno di collegamenti con il resto della Nazione che riescano a superare le vessazioni dei traghetti (ha idea, on. Di Maio, di quanto costi traghettare da Messina a Villa San Giovanni?); ha bisogno di interventi per le strade di grande comunicazione, la gran parte delle quali andrebbe rifatta “ex novo”; ha bisogno di edilizia pubblica; ha bisogno di una “seria” politica dell’ambiente e di una “seria” politica del turismo. Ecco, caro on. Di Maio, caro on. Cancelleri, in due parole la Sicilia ha bisogno di sviluppo e voi, dall’alto della vostra idea di innovazione riuscite a immaginare soltanto sanatorie e assistenzialismo?

Proporre sanatorie e assistenzialismo per una Regione che per anni le ha subite equivale a una nuova condanna a morte per la mia terra. Già questo dovrebbe bastare a evitare di votarvi; altro che concedervi la maggioranza assoluta. La giovane età può essere un vantaggio quando si è stati capaci di studiare e di maturare un pensiero critico; in tutti gli altri casi è un handicap!

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Fabrizio Pulvirenti
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